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Rifiuti dall'edilizia: cosa ne facciamo? Nuove regole e consigli

16 MArzo 2018

Estratto dal Protocollo UE per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione



Il volume di rifiuti provenienti dal settore costruzioni e demolizioni (C&D) costituisce circa un terzo di tutti i rifiuti prodotti nell’Unione Europea. Una corretta gestione di questa tipologia di rifiuti può portare importanti benefici in termini di sostenibilità e qualità di vita, ma anche rappresentare una svolta per il settore delle costruzioni e del loro riciclaggio in Europa, grazie alla crescente domanda di materiali riciclati C&D che ne deriva.



Uno dei principali ostacoli per il riciclaggio e il riutilizzo di rifiuti C&D nell’UE è rappresentato dalla mancanza di fiducia nella qualità dei materiali riciclati C&D. Ne consegue una riduzione e una limitazione della domanda di questi materiali, frenando lo sviluppo della gestione dei rifiuti C&D e delle strutture di riciclaggio all’interno dell’UE.


Nel 2016 è stato pubblicato dall’UE un protocollo per la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione per poter migliorare l’efficienza delle risorse nel settore edilizio (COM (2014) 445 final) . Questo protocollo fa parte del più recente e ambizioso Pacchetto sull’economia circolare (Adottato il 2 dicembre 2015)  presentato dalla Commissione europea e contiene una serie di proposte legislative che contribuiranno a raggiungere l’obiettivo della direttiva quadro sui rifiuti che punta al 70% di rifiuti C&D riciclati, (Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti) entro il 2020.

 

Il punto di partenza fondamentale per poter migliorare il processo di gestione dei rifiuti C&D è quello di una migliore identificazione dei rifiuti mediante DEFINIZIONI CHIARE E UNIVOCHE.

Per migliorare l’identificazione dei rifiuti, sono necessarie delle VERIFICHE PRE-DEMOLIZIONE, infatti qualsiasi progetto di demolizione, ristrutturazione o costruzione deve essere ben pianificato e gestito.

Una verifica pre-demolizione (o verifica di gestione dei rifiuti) deve essere effettuata prima di qualsiasi progetto di ristrutturazione o demolizione e per qualsiasi materiale da riutilizzare o riciclare, oltre che per i rifiuti pericolosi. Essa contribuisce a identificare i rifiuti C&D generati, ad attuare una corretta decostruzione e a specificare le pratiche di smantellamento e demolizione.



Le autorità pubbliche devono decidere la soglia per le verifiche pre-demolizione (ad esempio in Austria esistono due limiti per le verifiche pre-demolizione, una stima di 100 tonnellate a 3500m3 di rifiuti C&D prodotti).



Una verifica pre-demolizione consiste in due parti:

  •  Informazioni raccolte: l’identificazione di tutti i materiali di rifiuto che saranno generati durante la demolizione con l’indicazione della qualità, della quantità e dell’ubicazione nell’edificio o nelle infrastrutture civili. Si devono identificare tutti i materiali e dare una stima della qualità da raccogliere;
  •  Informazioni riguardanti: quali materiali devono essere separati alla fonte obbligatoriamente (come per es. i rifiuti pericolosi), quali possono/non possono essere riutilizzati o riciclati e come saranno gestiti i rifiuti (non pericolosi e pericolosi) e quali sono le possibilità di riciclaggio.


Quindi una verifica pre-demolizione tiene conto dei mercati locali dei rifiuti C&D e dei materiali riutilizzati e riciclati, compresa la capacità disponibile degli impianti di riciclaggio.


Una buona verifica pre-demolizione deve essere condotta da un esperto qualificato con adeguate conoscenze dei materiali da costruzione, delle tecniche costruttive e della storia dell’edificio.


Oltre alla verifica pre-demolizione, occorre preparare un piano di gestione dei rifiuti orientato ai processi, se si riutilizzerà o riciclerà del materiale proveniente da operazioni di costruzione, ristrutturazione o demolizione. Dopo la demolizione, l’impresa deve fornire una panoramica su ciò che è stato realmente raccolto alla fonte e dove sono stati trasportati i materiali di rifiuti (per il riutilizzo, per il pre-trattamento (cernita), per il riciclaggio, per l’incenerimento, per la messa in discarica..) Queste informazioni devono essere (1) controllate con quanto previsto nell’inventario, e (2) trasmesse alle autorità.



Inoltre, si raccomanda di far supervisionare l’intero processo da un ente locale o da terzi indipendenti, ad esempio da un’organizzazione esterna di gestione dei rifiuti.



Per facilitare il riciclaggio dei rifiuti, un aspetto fondamentale della corretta gestione dei rifiuti consiste nel MANTENERE I MATERIALI SEPARATI. Quando si avvia un processo di riciclaggio di rifiuti C&D, generalmente si inizia dai materiali più semplici per i quali esistono già mercati secondari. Inoltre occorre distinguere i materiali in vista delle loro opzioni di trattamento come ad esempio: 

  • Lavaggio per il riutilizzo (ad esempio terreno);
  • Riutilizzo (ad es. strutture in acciaio, lamiere e piastralle);
  • Riciclaggio nella stessa applicazione (ad es. metalli, carta, vetro, cartone e asfalto);
  • Riciclaggio in un’altra applicazione (ad es. aggregati, legni per la produzione di pannelli di truciolato);
  • Incenerimento;
  • Smaltimento.


La separazione alla fonte comporta i seguenti tipi di operazioni:

  •      Separazione dei rifiuti pericolosi;
  •      Decostruzione (smantellamento compresa la separazione dei flussi secondari e dei materiali di fissaggio);
  • ·     Separazione dei materiali di fissaggio e
  •      Demolizione strutturale e meccanica.


È fondamentale procedere ad un’adeguata decontaminazione per una serie di ragioni diverse dal riutilizzo o il riciclaggio per proteggere l’ambiente, la salute dei lavoratori e la salute delle persone che vivono nei dintorni del cantiere.



La decontaminazione è necessaria affinché le particelle non contaminino i materiali riciclabili e i rifiuti pericolosi devono quindi essere rimossi correttamente e sistematicamente prima della demolizione. Durante tutto il processo, la rimozione dei rifiuti pericolosi deve rispettare la vigente legislazione (nazionale).



I flussi principali di rifiuti, tra cui i rifiuti inerti da edifici o infrastrutture civili, devono essere trattati separatamente (ad es. cemento, mattoni, muratura, mattonelle e ceramica). Una gamma sempre più ampia di materiali deve essere presa in considerazione per lo smantellamento (manuale), per consentirne il riutilizzo, grazie anche a tecniche quali il distacco (prima della demolizione) e la cernita (dopo la demolizione).


Inoltre è necessario prendere in considerazione le operazioni in loco in quanto possono essere vantaggiose in termini di costi e ridurre le esigenze di trasporto.


I materiali da imballaggio[i] portati sul cantiere devono essere limitati al minimo possibile. I rifiuti di imballaggio generati in loco come ad es. per la raccolta della plastica, legno, cartone e metallo devono essere cerniti il più possibile.


La documentazione è indispensabile infatti tutte le imprese devono fornire della documentazione necessaria e le attività reali devono corrispondere a tale documentazione.



Scritto da Sara Falsini

 

 

 

 

 

Immagine di copertina di Igor Ovsyannykov su Unsplash

 



[i] I rifiuti di imballaggio (codice di classificazione dei rifiuti 15) non sono rifiuti C&D anche se sono generati nei cantieri edili.

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