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Produzione di Rifiuti Speciali in Italia estratto dal "Rapporto Rifiuti Speciali” ed. 2016
30 Luglio 2017
Estratto dal Rapporto Rifiuti Speciali 2016
Dal “Rapporto Rifiuti Speciali” ed. 2016 prodotto da ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) emerge che nel 2014 sono stati prodotti in Italia circa 130,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, comprendenti anche quella frazione di rifiuti speciali provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani (equivalente a circa 10,7 milioni di tonnellate). Una frazione piuttosto rilevante, se consideriamo che la produzione di rifiuti urbani nel 2014 è equivalente a circa 29 milioni di tonnellate. Tra il 2013 e il 2014 è stato rilevato un aumento del 5% (corrispondente a oltre 6,1 milioni di tonnellate) nella produzione totale di rifiuti speciali, imputabile prevalentemente ai rifiuti speciali non pericolosi. Viceversa la frazione di rifiuti speciali pericolosi è rimasta pressoché stabile (+0,3%, corrispondente a quasi 24 mila tonnellate).
Questi dati tengono
conto sia dei quantitativi derivanti dalle elaborazioni delle banche dati MUD
(Modello Unico di Dichiarazione Ambientale (MUD, http://www.ecomudweb.it/) che di quelli
stimati da ISPRA mediante l’applicazione di specifiche metodologie.
Produzione di rifiuti speciali non pericolosi
Nel 2014 l’analisi
dei dati di produzione dei rifiuti speciali non pericolosi per attività
economica (Figura 1) ha evidenziato che il settore delle costruzioni e delle demolizioni è
uno dei maggiori produttori con una percentuale pari al 42,3% che equivale
circa a 51,5 milioni di tonnellate.
Seguono i settori di trattamento dei rifiuti e attività di risanamento (27,2%) e delle attività manifatturiere (19,2%) che in termini quantitativi corrispondono rispettivamente a quasi 33,1 milioni di tonnellate il primo e 23,4 milioni di tonnellate il secondo. Le rimanenti attività sommate insieme costituiscono l’11,3% del totale dei rifiuti speciali non pericolosi (oltre 13,7 milioni di tonnellate).
Produzione di rifiuti speciali
pericolosi
Guardando alla produzione dei rifiuti speciali pericolosi (Figura 2) per attività economica nel 2014, il settore manifatturiero è responsabile della produzione del 39% del totale, corrispondente a 3,4 milioni di tonnellate. Seguono la produzione derivante dalle attività di trattamento di rifiuti e di risanamento, con il 29,9%, corrispondente a 2,6 milioni di tonnellate e quella attribuibile al settore dei servizi, del commercio e dei trasporti con il 20,7%, corrispondente a 1,8 milioni di tonnellate, di cui circa 1,1 milioni di tonnellate di veicoli fuori uso. Le rimanenti attività sommate insieme costituiscono circa il 10,4% del totale dei rifiuti speciali pericolosi, corrispondente a 919 mila tonnellate.
Analizzando più in
profondità i dati relativi alla produzione di rifiuti speciali pericolosi
derivanti dal settore manufatturiero, si rileva che il 25,9% circa di questi è
riconducibile al settore metallurgico, pari quasi a 7 milioni di tonnellate,
una quantità che è circa il doppio di quella riconducibile alla fabbricazione
di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature) con una produzione
equivalente a oltre 3,3 milioni di tonnellate (circa il 12,4% del totale).
I settori della
produzione di coke e di prodotti derivanti dalla raffinazione di petrolio,
dell’industria chimica e farmaceutica e della fabbricazione di articoli in
gomma e materie plastiche producono in totale circa 3,6 milioni di tonnellate
di rifiuti (13,6% del totale).
L’industria alimentare e delle bevande concorre per l’11,4% al totale dei rifiuti speciali prodotti dal comparto manufatturiero, corrispondente in termini quantitativi a quasi 3,1 milioni di tonnellate.
Scritto da Sara Falsini
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